Il CONDAV - Cosa vogliamo



Quello che il CONDAV chiede alle Istituzioni Sanitarie, è di fornire alle persone PRECISE e REALI indicazioni sugli effetti collaterali prodotti dai vaccini, cosa del resto già prevista si commi 1,2,3 art. 7 della legge 210/92.


Purtroppo questa legge è sempre stata disattesa, creando così gravi danni ai soggetti vaccinati: ignorare i possibili effetti collaterali, infatti, ha in alcuni casi, reso impossibile il riconoscimento degli stessi come patologie legate al vaccino, precludendo, in questo modo, la possibilità di un intervento terapeutico mirato e tempestivo.

 

Quindi vogliamo verità e giustizia per noi e per i nostri figli.

 

Ci è stato detto che solo grazie al “sacrificio" dei danneggiati da vaccino in Italia si sono potute sconfiggere alcune gravi e pericolose malattie come la poliomielite e il vaiolo.

 

Allora, perché invece di ringraziare ed aiutare chi, per “tutelare” la salute pubblica, compiendo un grande atto di “solidarietà sociale”, si è ammalato o è deceduto, si è cercato in ogni modo di "nasconderlo"?

 

Vogliamo risposte esaurienti alle tante domande che da troppo tempo ci assillano la mente.

 

Come mai la comunità scientifica parla di "statistiche attendibili" riferendosi al numero esiguo di danneggiati da vaccino, quando sappiamo con certezza che questo non è vero?

 

Riportiamo di seguito, casi di danni da vaccino già riconosciuti dal Ministero della Salute.

 

* 1995 Vaccino sabin: 3 encefaliti e 1 paralisi flaccida.
* 1996 Vaccino Sabin: 3 casi di paralisi flaccida.
* 1997 Vaccino Sabin: 2 casi di paralisi flaccida, 5 casi di encefalite e 1 caso di decesso.
* 1998 Vaccino Sabin: 2 casi di paralisi flaccida, 2 casi di encefalite.
* 1999 Vaccino Sabin: 1 casi di paralisi flaccida, 2 caso di encefalite.

Dal 1995 al 1997, quindi, in 1° dose, si sono avute 12 encefaliti, 6 paralisi flaccide

 

Ma, allora potrebbe venire spontaneo chiedersi, per quale motivo i baroni della medicina e le Istituzioni hanno fornito per anni i seguenti dati:
* Prof. Silvio Garattini, di Milano, 1 caso ogni 500.000;
* Prof. Alberto Ugazio, di Brescia, 1 caso ogni 750.000;
* Dott. Gobio Casali, di Mantova, 1 caso ogni 7.000.000;
* Dott. Francesco Tancredi, di Napoli, 1 caso ogni 1.000.000;
* Consiglio Superiore di Sanità, 1 caso ogni 2.200.000;
* O.M.S. 1 caso ogni 6/700.000;
* Istituto Superiore di Sanità, (con le statistiche in suo possesso fino al 1995), 1 caso ogni 4.000.000.

 

Però, essendo la media italiana troppo bassa rispetto quella di altri Paesi, l’ISS, ipotizza che alcuni "danni siano sfuggiti", oppure non sia stato possibile effettuare una diagnosi certa a causa di un "non corretto prelievo" dei campioni biologici da esaminare.

  

Se questa ipotesi fosse giusta, vorrebbe dire che un imprecisato numero di bambini è stato ammalato dal vaccino Sabin ed è stato curato per un'altra patologia.

 

L'unica verità è che, attualmente, non esistono statistiche.

 

Tutto questo ci rincuora molto, non solo perché è stato il caso a scegliere chi si sarebbe ammalato ma perché, sempre lui, ha anche decretato chi, fortunato, si sarebbe visto riconoscere il danno.

 

Vogliamo sapere come mai sono passati tanti anni prima che il vaccino Sabin fosse nuovamente sostituito dal vaccino Salk.

 

Infatti l’uso del vaccino antipoliomielitico a virus vivo attenuato Sabin, visti i ben noti effetti avversi: encefalite, meningoencefalite, paralisi flaccida, epilessia, decesso; forse, poteva essere giustificato nei lontani anni sessanta, durante l’epidemia di poliomielite, ma non certo negli anni ottanta, novanta e duemila, quando la malattia allo stato selvaggio non era più presente in Italia.

 

Vogliamo sapere a chi spettava il compito di sensibilizzare i medici e le strutture ospedaliere, a noi genitori o al Ministero.

  

Il dott. Greco, nel 1999, infatti, dichiarava ad alcuni settimanali, che il "cambio vaccinale" non si era potuto effettuare prima, perché il nostro Paese non era ancora stato dichiarato "polio free" e questo, a causa di una mancata "sensibilizzazione" nel monitoraggio delle paralisi flaccide.

 

Vogliamo sapere come mai in alcune ASL si è continuato a vaccinare con 4 dosi di Sabin fino al novembre del 1999 e oltre, quando già nel mese di aprile 1999, il calendario prevedeva 2 dosi di Salk e 2 di Sabin.

 

Vogliamo sapere per quale motivo i nostri figli si sono ammalati.

Perché era inevitabile?
Perché sono stati sfortunati?
Per salvare milioni di altri bambini?
Perché le paralisi flaccide non sono mai state monitorate fino al 1997?

  

Come potete vedere, le domande sono tante, le risposte, finora, poche e poco convincenti.

Nessuno ha saputo o ha voluto rispondere.

 

Per noi è stata scelta la strada del silenzio, infatti non si può aver paura di ciò che non si conosce.

 

Ma noi siamo stanchi di essere definiti terroristi dell'informazione, perciò abbiamo deciso di unirci in questa Associazione, di farci conoscere e di dimostrare a tutti che noi non siamo i cattivi che vogliono il ritorno delle malattie, ma solo persone come tante, danneggiati e genitori i cui figli sono stati ammalati per "adempiere" ad un obbligo dello stato e che da quello stesso Stato sono stati abbandonati.

 

Genitori e danneggiati che stanno insieme, che si consigliano e si supportano vicendevolmente, che lottano perché, anche in Italia, esista la libertà d'informazione, che chiedono vengano promossi uguali diritti per tutti i danneggiati, sia da vaccinazione obbligatoria che "fortemente consigliata".

Insieme perché:

nessuno si debba più "vergognare" di avere un figlio lesionato dal vaccino;
i medici sappiano e vogliano riconoscere i danni o le reazioni avverse al vaccino (troppo spesso i genitori sono stati trattati con sufficienza da coloro che avrebbero dovuto vigilare e valutare attentamente tali reazioni….con conseguenze, a volte, gravissime);
la comunità scientifica smetta di parlare dei nostri figli come se fossero numeri, perché dietro queste statistiche attendibili esistono intere famiglie che soffrono che lottano ogni giorno perché vengano riconosciuti loro anche i più elementari diritti;
se gli handicappati sono considerati cittadini di serie B, noi siamo di serie C;
ci sia maggiore attenzione da parte dell'opinione pubblica e delle Istituzioni sui reali bisogni dei portatori di handicap post-vaccinico, bisogni troppo spesso nascosti o sottovalutati;
prima di sottoporre i bimbi alle vaccinazioni vengano effettuati tutti gli esami necessari ad escludere qualsiasi tipo di patologia preesistente che potrebbe risultare loro "fatale";
niente venga più lasciato al caso.

 

 

I figli sono un bene prezioso che va difeso e protetto

 e non importa se ad essere lesionato fosse anche un solo bambino ogni miliardo

 quando questo può essere evitato,

perché quel bambino, quando è il tuo bambino,

è tutto il mondo!