Il CONDAV - Epatite B |
|
![]() |
|
|
|
|
|
Epatite B
Cos’è
L’epatite B è una malattia infettiva e contagiosa causata da un virus che penetra nell'organismo attraverso il contatto diretto con malati o portatori sani; il contagio avviene esclusivamente tramite sangue, secrezioni organiche contenenti sangue, o tramite sperma e muco vaginale. E’ un’infiammazione del fegato causata da un virus specifico, l’HVB.
Come si manifesta
La malattia ha una lunga incubazione (in media 120 giorni) e può manifestarsi in modi diversi: in forme asintomatiche, che sono le più frequenti e insidiose; in forma sub-acuta, anitterica (cioè "senza ittero") con malessere generale, debolezza, dolori articolari, inappetenza, nausea, vomito e febbre - sintomi che spesso vengono confusi con malesseri influenzali; con la classica forma itterica, rara nel bambino, nella quale si ha il caratteristico colorito giallo della pelle e degli occhi, le urine diventano scure e le feci chiarissime.
Complicanze
Nei bambini spesso si manifesta in forma asintomatica, tuttavia, i soggetti infettatisi durante l’infanzia hanno un rischio maggiore di morire per patologie epatiche, rispetto ai soggetti che contraggono la malattia da adulti. La malattia, infatti, può cronicizzarsi, con la possibilità, nel 10% dei casi, di evolvere in cirrosi epatica o tumore al fegato in età adulta. I soggetti con infezione cronica rappresentano una potenziale fonte di contagio.
Contagio
La trasmissione della malattia avviene, non per via gastroenterica, ma per via parenterale attraverso:
sangue (trasfusioni o altri derivati di sangue infetto, punture accidentali con aghi, strumenti chirurgici, o altro materiale infetto), liquidi corporei, sperma, secrezioni cervico-vaginali, sangue mestruale, saliva e trapianto di organi infetti (facile la trasmissione dalla madre al bambino al momento del parto).
lesioni della mucosa oro-faringea con spazzolini da denti, lesioni con rasoi, forbici da unghie, spazzole da bagno.
rapporti sessuali ed intimo contatto personale
graffi o morsi
contagio materno-fetale
Nel tessuto intestinale sono presenti sostanze, chiamate inibitori intestinali, identificabili in una carbossi-peptidasi, capaci di neutralizzare il virus. Per questo motivo le feci, contrariamente a quanto accade per l’epatite A, non sono infettanti e quindi non può esservi contagio di tipo oro-fecale. Durante la gravidanza è sempre opportuno eseguire un test di laboratorio per individuare il virus l’epatite B, in caso di positività, visto l’elevato rischio di trasmissione dell’infezione da madre a figlio, è opportuno eseguire al neonato immunoglobuline e vaccinazione. Il periodo di incubazione della malattia varia da 45 a 160 giorni con una media di 120 giorni.
Terapia – cure
A tutt’oggi non esiste una terapia specifica per la cura dell’epatite B. I farmaci attualmente in uso per le forme croniche sono di limitata efficacia, specialmente se l’infezione è stata acquisita durante l’infanzia. La guarigione dall’epatite B, rappresenta la regola, in quanto avviene in più dei 95% dei casi, mentre la vera cronicizzazione, con persistenza nel sangue dell’antigene infettante HbsAg, si ha solo nel 2% dei giovani adulti sani e con sistema immunitario non compromesso.
EPIDEMIOLOGIANel mondo, ogni anno, si ammalano di Epatite B centinaia di migliaia di persone.In Italia, invece, dagli anni ottanta, è diminuita la frequenza di questa malattia nell’adulto e questo grazie all’uso di strumenti di prevenzione quali l’informazione e il profilattico (quest’ultimo usato soprattutto per evitare malattie sessualmente trasmissibili come l’aids).
I portatori di epatite B nel mondo, sono circa 300 milioni e costituiscono il serbatoio dell’infezione virale. Essi sono diversamente distribuiti, a seconda delle aree geografiche, che vengono distinte, a livello mondiale, dall’OMS, nelle seguenti tre zone endemiche:
Categorie a rischio
Le categorie individuate dal D.M. del Ministero della Sanità del 04/10/91, sono le seguenti:
A queste categorie il vaccino viene somministrato gratuitamente
Vaccinazione anti-epatiteB
Il vaccino contro l'epatite B attualmente in uso contiene solo una parte del virus, ottenuto in laboratorio mediante raffinate tecniche d'ingegneria genetica e pertanto non è assolutamente in grado di trasmettere l'epatite B, ma soltanto di immunizzare contro di essa. Esso è altamente efficace e conferisce una protezione di lunga durata. Il vaccino viene somministrato attraverso un'iniezione intramuscolare. Il vaccino contro l'epatite B è obbligatorio in Italia dal 1991 per tutti i nuovi nati e, a 12 anni, per gli adolescenti non vaccinati.
Vaccino
Attualmente, in Italia, sono a disposizione 3 tipi di vaccino: Vaccini a base di Hbs Ag (Antigene di Superficie). Vaccini contenenti l'Hbs Ag e gli Antigeni S e pre S; La schedula consigliata per questi vaccini è la seguente: 3 inoculazioni intramuscolari distanziate 1 mese una dall’altra, un richiamo dopo 1 anno dalla 1° iniezione e, successivamente, un richiamo ogni 5 anni. Vaccini preparati con la tecnica del DNA ricombinante. Per questo tipo di vaccino viene consigliata la seguente schedula: 0-1-6- mesi e NON sono necessari richiami.
IN ITALIA la vaccinazione viene fatta ai neonati nel 3°-5°-11° mese di vita contemporaneamente alle altre vaccinazioni obbligatorie (antidifterica, antitetanica, antipolio). Mentre invece, per i nati da madre HBsAg positiva, viene fatta la prima dose al primo giorno di vita, contemporaneamente, ma non nella stessa sede, ad immunoglobuline. La seconda dose viene inoculata a distanza di 4 settimane dalla prima, la terza dose dopo il compimento del secondo mese di vita, insieme ad antitetanica-antidifterica-antipolio e, la quarta dose, all'undicesimo mese di vita, sempre insieme ad antitetanica-antidifterica- antipolio.
IMPORTANTE : Deve essere usata la dose pediatrica.
Agli adulti il vaccino viene inoculato sul deltoide e nei bimbi al di sotto dei due anni, sul quadricipite femorale.
A chi è consigliata La vaccinazione viene consigliata al personale sanitario, o a tutti coloro che, per motivi professionali, siano maggiormente esposti al rischio di contagio e a tutti i viaggiatori che non risultino immunizzati e intendano recarsi all’estero in Paesi in cui la malattia sia endemica. I Paesi a maggior rischio sono quelli dell'Africa sub-sahariana e del sud-est asiatico.
Quando rimandare la vaccinazione Questa vaccinazione si deve rimandare in caso di malattia acuta febbrile in atto.
Quando non vaccinare Non devono essere vaccinati i soggetti: l che hanno presentato reazioni allergiche accertate ai componenti del vaccino (es. lievito e composti mercuriali come il thimerosal) l che hanno manifestato effetti avversi a precedenti dosi di vaccini l che sono affetti da malattie del sistema nervoso centrale l che hanno malattie demielinizzanti
Effetti collaterali al vaccino In alcuni casi, (1-2 ogni 10.000) si possono avere reazioni più importanti, come convulsioni correlate alla febbre alta. Reazioni allergiche di tipo anafilattico con gonfiore della bocca, difficoltà del respiro, pressione bassa e shock, sono del tutto eccezionali (meno di 1 caso ogni milione di vaccinati). Locali: Irritazione, arrossamento, gonfiore, prurito, indurimento nella sede di inoculazione. Generali: febbre, mal di testa, nausea, vertigini, affaticamento, vertigini, ipotensione, tumefazioni ghiandolari, orticaria, febbre, dolori articolari e muscolari. Gravi: angioedema, broncospasmo, reazioni anafilattiche – anche importanti e fatali. Gravi e tardive: Sindrome di Guillain-Barrè, sclerosi multipla, mielite, compresa la mielite traversa, neuropatia periferica,inclusa Bell’s Palsy, radiculopatia, herpes zoster, affaticamento muscolare, encefalite, linfoadenopatia.
Alcuni effetti avversi estratti dal PHYSICIANS’ DESK REFERENCE 55 EDIZIONE DEL 2001
Vaccino antiepatite B ricombinante “ENGERIX B” della Merk
Fra le reazioni avverse al vaccino troviamo: Reazioni locali (Sito dell’inoculazione) Le reazioni nel sito dell’inoculazione consistono principalmente in: Dolore, eritema, prurito, ecchimosi, gonfiore, calore e formazione di noduli, insonnia, disturbi del sonno, anafilassi, edema, angiodema, dispnea, spasmo bronchiale, palpitazioni, ipotensione, petecchie. TUTTO IL CORPO Stanchezza, debolezza, cefalea, febbre, malesseri, sensazione di calore. SISTEMA NERVOSOVertigini, parestesia, shock anafilattico. SISTEMA MUSCOLOSCHELETRICOAtralgia, mialgia. SISTEMA DIGESTIVOVomito, crampi addominali, dispepsia, diminuzione dell’appetito, elevazione dei livelli enzimatici, costipazione.SISTEMA LINFATICOLinfoadenopatia.
SISTEMA NERVOSOSindrome di Guillain-Barrè, sclerosi multipla, mielite, compresa la mielite traversa, neuropatia periferica, inclusa Bell’s Palsy, radiculopatia, herpes zoster, affaticamento muscolare, encefalite.
SISTEMA IMMUNITARIOSindrome lupus-like; Lupus eritematoso sistemico; vascolite. Nel caso che i sintomi si protraggano per più di due giorni può essere opportuno consultare il vostro medico per verificare se questi rappresentino un comune effetto collaterale ad una vaccinazione o se invece si riferiscano ad altra malattia che deve essere riconosciuta e trattata.
|
|
